Diario 25 marzo 2008

La strada verso Abu Dis e’ un lungo cammino tortuoso
in cui si e’ costretti a passare un check point e nonostante siano
pochi km ci mettiamo circa 1 ora e mezza; se si potessero usare le
strade israeliane la strada si potrebbe percorrere in circa 15 minuti.


Abu Dis e’ anzi ERA un quartiere della periferia di Gerusalemme che e’
stato completamente circondato dal muro e reso municipio autonomo
nell’ambito della "de-arabizzazione" di Gerusalemme stessa.
L’universita’ si trova proprio a ridosso del muro regalando un profilo
inquietante e rendendo la vita se non impossibile sicuramente ardua per
tutti e tutte coloro che ci vivono, visto che qualsiasi movimento deve
essere "registrato" dai militari israeliani. Lo stesso discorso vale
per coloro che non abitano a Gerusalemme ma che frequentano pero’
l’universita’ di Abu Dis.

 

Dopo
la calorosa accoglienza da parte di docenti e studenti, la giornata
sportiva e’ proseguita con due sconfitte delle nostre rappresentative
negli incontri di calcio maschile e femminile e basket femminile. Un
gruppo di persone ne ha approfittato per lasciare "il segno" attraverso
la realizzazione di un paio di graffiti proprio sull’infame muro, di
cui uno dedicato a Dax.

 

In serata il trasferimento a Jayuss, nel "Charity Center" del villaggio.

Il
benvenuto della comunita’ locale e il party che inizia con canzoni
italiane e inno palestinese e si conclude con la proiezione di un
documentario che racconta la storia del villaggio e le drammatiche
conseguenze della costruzione del muro e’ emozionante e coinvolgente.

La giornata e’ stata intensa, si cerca quindi di dormire.

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