Diario 27 marzo 2008


     
 

La carovana lascia con le lacrime agli occhi il
villaggio di Jayyuss. Una parte della comunita’ ci attende ai pullmann
e i bimbi escono da scuola per salutare.
Prossima tappa Qalquilya.
Una citta’ completamente circondata dal muro,
raggiungibile quindi attraverso soltanto due checkpoint. Fino a pochi
anni fa era uno dei principali mercati della Palestina per il commercio
di rose, fiori e arance.
 
Perfino i cittadini israeliani vi si recavano.. ma
dal 2003 quindi con la costruzione del muro la piccola citta’ e’
rimasta quasi completamente isolata. Per uscirne sono necessari
permessi e lunghe file alla mattina alle 3. Ci si aspettava quindi una
chiusura mentale e una certa diffidenza da parte della popolazione
locale, cio’ non e’ avvenuto grazie anche all’entusiasmo delle cento
persone che giravano per le strade trafficate.
 
Comunque la mattina la carovana ha visitato il
muro e lasciato un segno attraverso la realizzazione di un graffito.
L’oppressione avvertita anche solo per poche ore sebbene allietata e
scandita dagli immancabili muezzin e’ stata percepita da tutti i
partecipanti. Il racconto del delegato della municipalita’ di Q. ha
chiarito quale e’ stata la reale trasformazione della citta’ con la
costruzione del muro.
Si continua la giornata con la grande partita di calcio maschile, il
cambio al vertice e’ evidente e la squadra finalmente vince, risultato
finale 2 a 0 🙂 ma come al solito la festa continua non importa chi
abbia vinto, i bambini ci assediano festosamente fino alla nostra
partenza con i pullmann.

Ritorniamo a Betlemme per proseguire le nostre giornate domani con la visita al campo profughi di Dehishee.

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