Gay Pride a Mosca, aggrediti i radicali

MOSCA – Botte e arresti al Gay Pride di Mosca. La manifestazione, vietata dal sindaco, contestata violentemente dagli estremisti (naziskin compresi) e neutralizzata dalla polizia, ha avuto oggi la stessa sorte dello scorso anno. Ma i fermi di alcuni deputati europei, tra cui il radicale Marco Cappato e l'aggressione a Vladimir Luxuria, parlamentare di Rifondazione Comunista, hanno tuttavia fatto rimbalzare la notizia in tutta Europa.

La denuncia dei radicali italiani. Durante la manifestazione organizzata a Mosca in favore del Gay Pride, "un gruppo di naziskin" ha "picchiato violentemente i radicali". La denuncia arriva dal partito radicale, secondo il quale "subito dopo c'è stato l'intervento della polizia che anziché difendere le persone aggredite ha provveduto ad arrestare i radicali". Tra le persone aggredite, secondo i radicali, ci sono il deputato europeo Marco Cappato e Vladimir Luxuria, parlamentare di Rifondazione Comunista, che, però, non è stata fermata dalla polizia.

La manifestazione. Il Gay Pride di Mosca, organizzato per ricordare il 14esimo anno della depenalizzazione dell'omosessualità in Russia, era stato vietato dal sindaco di Mosca Iuri Luzhkov, che lo scorso gennaio non aveva esitato a definirlo "opera di Satana". Alla fine solo una cinquantina di persone, tra cui il popolarissimo duo femminile russo 'Tatu', hanno sfidato il divieto del primo cittadino, trovando però la piazza davanti al municipio bloccata dalla polizia e da gruppi di estremisti che hanno lanciato uova e bottiglie, aggredendo i partecipanti con calci e pugni. Il tutto sotto gli occhi degli "Omon", gli agenti antisommossa.

Gli insulti. "Mosca non è Sodoma", gridavano i contestatori, un mix di naziskin, filo monarchici, nazionalisti e pure un paio di preti ortodossi. "I gay non dovrebbero passeggiare per la città nel giorno della Santa Trinità", ha dichiarato Igor Miroshnicenko, vice capo dell'Unione dei gonfaloni ortodossi, movimento religioso di ispirazione monarchico-nazionalista.

La ricostruzione dei radicali. "Questa mattina alle 10.15 ora italiana – spiegano i radicali – a Mosca, davanti alla sede ufficiale del sindaco di Mosca, sulla Via Tverskaja, sono stati aggrediti e malmenati da gruppi di naziskin, e poi dalla polizia che li ha arrestati, gli esponenti radicali Marco Cappato, deputato europeo; Nikolai Alexeiev, radicale russo e Coordinatore del Gay Pride di Mosca; Nikolay Kramov, rappresentante dei radicali a Mosca; Ottavio Marzocchi, radicale e funzionario al Parlamento Europeo". Nel pomeriggio Cappato e Marzocchi sono stati poi rilasciati.

La lettera al sindaco. La delegazione radicale, insieme a parlamentari europei di altri gruppi voleva consegnare al sindaco, spiegano i radicali, una lettera firmata da 50 parlamentari europei e italiani dopo che era stato vietato il Gay Pride, per chiedergli di autorizzare il corteo ricordandogli che "la libertà di espressione, la libertà di riunirsi pacificamente e l'assenza di discriminazioni sono garantite dalla legislazione russa e da quella internazionale sui diritti dell'uomo". Un documento firmato anche dal deputato ambientalista tedesco Daniel Cohn-Bendit e dal deputato centrista francese Jean-Marie Cavada.

L'aggressione. Ma "mentre veniva distribuito il volantino con il testo della lettera un gruppo di naziskin, alla presenza di un vescovo ortodosso, scortato da due persone, che dava loro la benedizione, ha cominciato a tirare uova ai partecipanti all'iniziativa non violenta e poi a picchiare i radicali". Subito dopo è intervenuta la polizia. "Siamo molto preoccupati – dicono ora i radicali – soprattutto per le condizioni di Marzocchi che è stato violentemente picchiato".

La testimonianza di Cappato. Radio Radicale ha trasmesso anche in diretta una testimonianza di Cappato: "Mi trovo in una cella all'interno di una camionetta della polizia. Siamo qui con alcuni militanti dei diritti civili in Russia", ha detto il deputato radicale, collegato di nascosto con un telefono cellulare.

"Alla fine l'autorizzazione della manifestazione non era arrivata, ma noi volevamo solo consegnare una lettera al sindaco di Mosca. Il cordone della polizia chiudeva i manifestanti senza però proteggerci da alcuni contromanifestanti che gridavano e si lanciavano contro di noi, lanciandoci oggetti e uova".

"Ho personalmente visto anche alcuni di questi contromanifestanti che, prima di venire a lanciare dell'acqua, hanno parlato con i poliziotti che ci avrebbero dovuto difendere. Uno di loro ha cominciato a tirare calci ad Ottavio Marzocchi, ed è allora che ho iniziato a urlare in inglese, chiedendo perché la polizia non ci difendesse. Tempo cinque secondi e sono stato trascinato via da agenti in tenuta antisommossa".

Luxuria. Tutto sommato è andata meglio a Vladimir Luxuria, colpita oggi dalle uova e fermata ieri per diverse ore all'aeroporto di Mosca per un equivoco legato ai dati riportati sul suo passaporto, dove risulta come maschio e non come femmina a dispetto delle apparenze.

Nella sede dei Radicali, informa una nota, "è stata costituita una cellula di crisi in stretto contatto con la Farnesina e l'Ambasciata italiana a Mosca".

da Repubblica.it

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